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COMPAGNIA DEI BAMBINI NON NATI
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La psicologa, esperta in elaborazione del lutto post-aborto

Profilo Dott.sa Benedetta Foà

L\'approccio alla psicologia inizia, per la dott.sa Foà, nel 1995. E\' durante il suo periodo di volontariato in Bosnia che si rende conto dell\'urgenza di aiutare il prossimo. Grazie al dott. Philip Ney, psichiatra Canadese, avverrà il primo approccio con la psicologia e si farà strada il desiderio di aiutare le donne che soffrono. Sarà sempre in Bosnia che avverranno i primi segnali di \"sentimento di presenza\" dei suoi fratelli mai nati. Durante il corso di formazione con il dott. Ney, organizzato da Fra Slavko Barbaric\' nella parrocchia di Medjugorje, con lo scopo di aiutare le donne abusate durante la guerra a superare il loro trauma, Benedetta avvertirà come mai prima di quel momento, la vicinanza dei suoi fratelli non nati, di cui non conosceva l\'esistenza. Grazie alla presa di coscienza della loro presenza, ad un incontro con loro nell\'immaginario ed alla celebrazione della Santa Messa con desiderio di Battesimo, tutto torna alla normalità. Ma non esattamente come prima, infatti ora Benedetta sa che ha tre fratelli in cielo per cui poter pregare. Ora sa che anche loro le sono vicini come degli \"angioletti\". Anni dopo inizierà la formazione vera e propria, ancora in corso, che l\'ha portata nel 2006 a conseguire la prima laurea ed a lavorare al Cav di Milano con le mamme che hanno perso un figlio in gravidanza. Qui con empatia e amore, guidata dall\'utilizzo del sistema da lei ideato, \"Metodo centrato sul bambino\", aiuta le mamme che hanno perso un figlio per aborto spontaneo, aborto procurato o aborto terapeutico ad elaborare il loro lutto. Il suo sistema, per quanto abbastanza semplice, è molto efficace. «Il metodo centrato sul bambino» è costituito da otto incontri, che pur non essendo molti possono bastare come inizio per un iniziare un cammino di guarigione. Non sono momenti facili e per le mamme sono due mesi veramente impegnativi; otto incontri in cui si ha l\'ambizione di riuscire a dare un volto al bambino e di permettere alla madre di occuparsi solo del suo bambino non nato, almeno per due mesi. Il primo passo da farsi è quello dare un nome al figlio, poi nell\'arco dei due mesi ci saranno dei compiti da fare a casa: acquistare un oggetto (che alla fine del percorso terapeutico andrà sepolto), scrivere una lettera al bambino, incontrarlo attraverso una visualizzazione guidata, per poi essere pronte a dire al proprio figlio \"arrivederci in cielo\". Una volta che si è dato un volto al proprio figlio sarà più facile lasciarlo andare. Nella piena libertà del credo delle mamme si suggerisce di far celebrare una Santa Messa per il bambino. Questo passo darà una grande pace interiore, perché a questo punto si sa che se si è \"tolta\" loro la vita nella carne, ma che grazie alla Santa Messa con intenzione di Battesimo, gli si \"dona\" la vita eterna, meta di tutta l\'umanità e che ora i piccoli hanno raggiunto grazie all\'intervento della loro mamma. Nel 2008 la dr.ssa Foà tiene la sua prima conferenza a Novate, periferia di Milano e da quel giorno in poi ne ha tenute più di 10 nel nord Italia. Nel 2009 esce la prima pubblicazione alla quale ne sono seguite altre. A breve uscirà un libro di autori vari, sempre sul post-aborto, con due suoi articoli. Nel mese di marzo 2011 si è svolto a Treviso il primo corso di formazione per consulenti, psicologi e sacerdoti sul suo \"Metodo centrato sul bambino\" .

Libro MATERNITA\' INTERROTTE

Titolo: \"Maternità Interrotte\"

Editore: San Paolo Edizioni

Autori: Tonino Cantelmi, Cristina Cacace, Elisabetta Pittino

Collana: Problemi sociali d\'oggi

Commento: L\'importanza della pubblicazione di questo libro è grande, in quanto è uno dei primi libri sul post-aborto, pubblicato da professionisti solo italiani. Il libro, edito dalla San Paolo, ha avuto un successo inaspettato ed è arrivato in breve tempo al terzo posto tra i libri piu\' venduti dalla casa editrice nel 2011. Il libro inizia con la trattazione di argomenti come la psicologia della gravidanza, la traumaticità dell\'aborto volontario e l\'insorgere dello stress post-aborto.

La novità del libro sta nel capitolo VIII, \"L\'aborto e le sue conseguenze psichiche: un metodo per elaborare il lutto\", redatto dalla dr.ssa Foà (pagg. 154-183). Parlare di \"cura\" in Italia è una novità ed implica che finalmente ci si renda conto che abortire non è un \"atto\" cosi\' indolore come lo si è voluto pensare negli ultimi anni. Parlare di \"cura\" vuol dire guardare alla donna senza giudicare, ma solo per \"guarire\". Il fatto che esistano degli specialisti che studiano il problema e che vogliano prendersene cura significa prendere coscienza di qunto l\'aborto non uccida solo il feto, ma \"ferisca\" anche la donna. Il capitolo della dr.ssa Foà propone la storia di una mamma che ha abortito e che dopo alcuni mesi comincia a stare male, un male identificato con il nome di \"stress post-aborto\". Questa stessa donna, attraverso un percorso di cura con un metodo specifico, è riuscita a superare il lutto ed a stare meglio, tanto da ricominciare a vivere. Lo scopo del libro è proprio quello di dare un nome ad un dolore tanto intimo ed omertoso, farlo uscire allo scoperto per poi poterlo curare con delicatezza ed amore.

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